Lucio Vero, Venezia, Niccolini, 1700
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Copia
SCENA XV
LUCIO VERO e li suddetti
LUCIO VERO
E morirà. Va’ tosto,
Aniceto, eseguisci.
BERENICE
Aimè! Qual gelo
m’occupa il cor? Fermati. Ascolta.
LUCIO VERO
Parla.
BERENICE
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Cesare, sì vicino
il colpo non temea. Poiché arrestarlo
può sol la destra mia, lascia, ten priego,
ch’io parli a Vologeso anche un momento.
LUCIO VERO
Ma se ’l dono concedo,
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che sperar posso?
BERENICE
E che temer?
LUCIO VERO
V’assento.
Tu la guida, Aniceto. E tu, regina,
non t’abusar del dono
né ti dia confidenza un cuor che cede.
BERENICE
Farò ne’ dubbi mali
845
ciò che l’amor, ciò che ’l dover richiede.
Sugli occhi del mio sposo
forse risolverò.
Questo mio cuor dubbioso
non sa mirarlo estinto
850
e abbandonar nol può.